Sono nato negli anni '90 con una paraparesi spastica, esito di una paresi cerebrale infantile. Si può dire, quindi, che conosco il mondo della sanità già dal mio primo vagito.

Ai tempi della scuola ho frequentato di più i medici, gli infermieri e i vari specialisti, che i miei coetanei e senza essere esonerato da episodi che oggi rasentano il bullismo.

Con gli anni ho subito diversi interventi alle gambe per l'allungamento dei tendini (in gergo, tenotomie), che hanno comportato altri periodi di allettamento e di intensa fisioterapia.

Come un vinile anni ‘70 in costante loop, la mia vita sembrava bloccata.

Ora so che, in realtà, stavo apprendendo, facevo pratica, allenavo la mente e il carattere a dare il meglio di me.

Per che cosa?

Lo realizzai dopo l’ennesimo intoppo: un incidente stradale che, appena dopo il diploma in informatica, mi costrinse a nuovi cicli di fisioterapia e riabilitazione.

La mentalità, però, era diversa. Sapevo che potevo trarre frutto dalle mie esperienze e diventare un professionista sanitario consapevole e attento nel prendersi cura delle persone.

Così, nel 2019 arrivò la laurea in infermieristica e iniziai fin da subito a lavorare: peccato che il bullismo non era rimasto tra i banchi di scuola e mi ritrovai spesso tagliato fuori perché “Qui c’è da camminare parecchio per lavorare e non so se lei ce la farà”.

Determinato a non tornare nel loop, ho aperto la partita IVA e ho iniziato a dedicarmi a rispondere ai bisogni di salute delle persone.

Da aprile 2024 faccio parte di un team di professionisti operanti in tutta Europa con esperienza pluriennale in ambito di prevenzione e mantenimento della salute.

Resto un infermiere zoppo, ma lo sono proprio grazie al ritmo inarrestabile che pulsa nelle vene.